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Famiglie al Museo | Infopoint Noto

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Infopoint Noto


Alla Villa Romana del Tellaro con la Cultura si “mangia”

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Alla Villa del Tellaro con la Cultura si “mangia”   
La Rete dell'Economia Sociale Internazionale ad EXPO' 2015
Villa Tellaro

 
Il cibo nelle sue infinite coniugazioni è ormai universalmente riconosciuto come “Cultura” . Alla Villa Romana del Tellaro di Noto, prosegue con grande successo l’esperienza di ricerca e degustazione  dei cibi dell’antica Roma. Un’ esperimento partito tre anni fa da una collaborazione con la casa di reclusione di Noto, dopo  prove esperimenti, delusioni ed infine piccoli successi sono venute fuori delle pietanze interessanti, che ci regalano odori e sapori dell’antica Roma.
A dicembre 2014  l’Educational riservato alle guide turistiche , grazie alla felice intuizione dell’Associazione Escursioni Iblee, presieduta da Sebastiano Adernò, e prontamente sposata e patrocinata dal Comune di Noto e dalla Soprintendenza di Siracusa.
Nei giorni scorsi il progetto è stato presentato all’EXPO  2015 all’interno della RES INT la rete per l’economia sociale internazionale, che raccoglie realtà italiane convinte che l'economia sociale è la via principale per ricostruire un tessuto sociale inclusivo, più equo e in grado di produrre una rinascita economica sostenibile. Perché crediamo fortemente che la cultura sia una delle opportunità in cui creare inclusione sociale.
Ad agosto e settembre ha avuto un grande successo l’aperitivo dell’antica Roma, una visita guidata ai Mosaici romani del IV secolo d.C. seguita da una degustazione . Un successo per la partecipazione e per il sorriso e la soddisfazione dei partecipanti.
Grazie ad una ricerca durata due anni, si è riusciti a recuperare ricette ma soprattutto le erbe usate nell’Antica Roma:
“Con il “De re coquinarie” di Marco Gavio Apicio si accede al mondo delle ricette legate al periodo in cui si colloca la Villa ed i suoi mosaici – ci spiega il Presidente Adernò- l’operazione complicata è stata reperire ciò con cui si condivano i piatti e si realizzavano determinate pietanze. Così abbiamo deciso di coltivarle da noi”. L’orto oggi è ricchissimo di erbe diverse, soltanto avvicinandosi si viene avvolti da profumi noti ed altri meno. “Anche per il grano siamo partiti da zero; all’inizio lo portavamo in un mulino di Rosolini; ora, invece, oltre  coltivarlo lo maciniamo da noi. Ecco perchè possiamo proporre dall’acqua allo zenzero al vino al pepe nero e miele, dalle polpette di orzo alla patina o al libum di Catone, dalla bruschetta Epityrum a quella Moretum, per finire alla cassata di Oplontis”
La visita guidata con aperitivo viene proposta  ogni venerdì alle 18,00 (è meglio prenotare), ma è possibile sperimentare il pranzo o l’aperitivo romano tutti i giorni anche per piccoli gruppi su prenotazione.
www.villaromanadeltellaro.com     tel. 3389733084


Tellaro Noto


Macchina del ghiaccio a Noto

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Tags: Macchina ghiaccioquartiere noto
A Machina o ghiacciu
Su Via Nicolò Mandalà all'incrocio con la Via Giovanni Papini si trova un bellissimo stabilimento artigianale in cui venivano fabbricati lastroni da mettere nelle ghiacciaie dell'epoca o da trasportare alla Loggia del Mercato durante la vendita del pesce. Il ghiaccio veniva prodotto in particolari forme parallelepipedi, “le balle” e veniva usato per uso alimentare o in ospedale. Per questo la fabbrica funzionava anche in inverno e riceveva, per ammortizzare le perdite dovute ad un uso limitato del prodotto, una sovvenzione da parte dell’amministrazione comunale. Anche i privati usavano il ghiaccio prodotto dalla fabbrica. Non essendoci frigoriferi nelle abitazioni, era questo l’unico modo per conservare icibi. I più ricchi ricevevano a casa la balla intera, i più poveri si accontentavano di mezza balla o di un quarto di balla. L’operazione di ripartizione della balla si effettuava mediante uno strumento a forma di uncino che provocava il formarsi di schegge di ghiaccio che costituivano la gioia dei bambini che si accalcavano attorno al mezzo del fornitore, in un primo tempo un carro, poi un mezzo a motore. In quel periodo era in voga “a fumma o ghiacciu”. Si trattava di ghiaccio tritato ottenuto con una macchinetta che raschiava la superficie della balla, ottenendo dei granuli che venivano pressati dalla macchinetta stessa. Una volta aperta la macchinetta, ne usciva una forma di ghiaccio tritato che colorata con sciroppi di diverso colore, veniva succhiata dai bambini. Il ghiaccio veniva usato anche per fare la famosa “minnulata”, la granita di mandorle.
La comparsa dei primi frigoriferi in concomitanza con il boom economico, provoco’ la crisi e successivamente la chiusura dello stabilimento.

Macchina del ghiaccio a Noto


Adeguamento siti internet alle normative

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Compagnia teatrale Tabità in scena

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"Tabità in scena" nasce in seno all'associazione Onlus "Superabili" di Avola e si propone come una "compagnia integrata", ovvero, una compagnia dove le etichette e le diversità non esistono, a tal motivo a farne parte sono (così detti) normodotati e persone con disabilità psichica e fisica.
Formata da attori non professionisti, vuole portare un teatro che non sia mera ricreazione ma protesta, denuncia, rivoluzione dal basso, crescita, servizio sociale, presa di consapevolezza, impegno civico, integrazione, collaborazione, seme per un mondo migliore.
Tabità in scena" con i suoi spettacoli si prefigge di finanziare l'apertura della cooperiva sociale di tipo b "Tabità" volta all'inserimento lavorativo e sociale delle persone con disabilità psichica e fisica, attraverso l'apertura di un pastificio/panificio.
A sua volta, la cooperativa "Tabità", oltre all'inserimento detto, coprirà parte delle spese necessarie al progetto " Dopo di noi", che vede la presa in carico dei soggetti con disabilità dopo la morte delle persone che nel presente si prendono cura di loro.
Nei mesi di luglio e agosto, "Tabità in scena" porterà nei comuni siciliani il corto teatrale "Mai più. Oltre la Shoah" - scritto e diretto dalla Dott.ssa  Debora Civello, mediatrice relazionale - rappresentato per la prima volta il 2 febbraio 2014 a Roma al Teatro Antigone durante la prima edizione della rassegna teatrale "Shoah , oltre la memoria". Il Corto mostra tutti i vari tipi di genocidi perpetrati dopo il mai più detto a seguito degli orrori della seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. È un grido contro l'ignoranza, l'indifferenza, la paura del diverso. Nuda la scenografia, crudo il linguaggio utilizzato; i genocidi sono scanditi dal suono di piedi in marcia e dallo sbattere di un pezzo di legno su una scatola di latta per biscotti.



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