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Dopo 6 mesi chi usa la sigaretta elettronica smette di fumare nel 60% dei casi, contro la meta', il 32%, di chi non la utilizza. E' uno dei dati emersi dallo studio pilota promosso da Ieo, che ha coinvolto l'Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino. I risultati sono stati presentati dal direttore scientifico Umberto Veronesi e dal direttore di Cardiologia, Carlo Cipolla.
L'obiettivo dello studio, nel quale sono stati arruolati 65 pazienti, e' stato testare l'utilita' della sigaretta senza tabacco e senza nicotina in pazienti affetti da tumore o da infarto miocardico recente,fumatori di almeno 10 sigarette al giorno da almeno 10 anni.
"La sigaretta senza tabacco - ha osservato Veronesi - per noi che da sempre facciamo una battaglia al tumore polmonare, e' apparsa come un miraggio. Per questo abbiamo pensato fosse importante fare uno studio e oggi possiamo dire che i risultati sono incoraggianti", tanto che e' gia' pronto un secondo studio su piu' vasta scala. Dai primi dati emerge che "anche chi non riesce a smettere - ha detto Cipolla - riduce drasticamente il numero di sigarette fumate, meno 10, mentre chi non la usa riduce in maniera inferiore (circa 6). Il 60% dei pazienti da' un buon giudizio sulla sigaretta senza tabacco e l'80% la giudica un buon modo per ridurre il numero di sigarette fumate.
Sulla base di questi dati riteniamo che sarebbe delittuoso non continuare a studiare uno dei pochissimi mezzi che abbiamo trovato contro il piu' potente killer conosciuto". Veronesi ha parole dure nei confronti dello Stato che "attraverso il monopolio sui pacchetti di sigarette, lucra su questa tragedia invece di combatterla con ogni mezzo che la ricerca scientifica mette a disposizione". "Dopo anni di equivoci scientifici, oggi vi e' consenso sul definire il fumo di sigaretta non un "vizio", bensi' una malattia specifica, la dipendenza, che non puo' essere trattata come le altre - dichiara Carlo Cipolla, Direttore della Divisione di Cardiologia - E' certo che nessun intervento di disassuefazione, sigaretta senza tabacco compresa, puo' funzionare da solo", "ma deve necessariamente essere parte di un percorso multidisciplinare, che duri nel tempo e che richieda l'intervento di piu' attori intorno al fumatore, il suo medico innanzitutto. In un contesto dove la lotta al fumo e' negletta, e i risultati ottenuti molto scarsi, non possiamo rischiare di oscurare il potenziale della sigaretta senza tabacco che potrebbe al contrario rivelarsi di grande efficacia". Certo c'e' ancora molta strada da fare, anche perche' "a oggi non abbiamo la certezza che sia un metodo anti fumo" interviene Gabriella Pravettoni, Direttore dell'Unita' di Ricerca Applicata in Psicologia, che sottolinea l'importanza di evitare che la sigaretta elettronica crei comunque una dipendenza.
"Non c'e' ancora evidenza scientifica circa la sua efficacia nella disassuefazione nel lungo termine. I dubbi in questo senso sono molto profondi. Quello piu' diffuso e' legato al principio della psicologia che afferma che cio' che non viene elaborato, tende ad essere ripetuto". Per questo e' stato messo a punto un nuovo studio clinico che dovrebbe dare risposte scientifiche piu' sicure. "Abbiamo pensato di reclutare i volontari per il nuovo studio fra i partecipanti al nostro programma di screening del tumore del polmone (Cosmos): in totale, ad oggi, 11.200 forti fumatori di piu' di cinquant'anni. - conclude Giulia Veronesi, Direttore dell'Unita' Prevenzione e Diagnosi Precoce del Tumore del Polmone - Verranno arruolati 200 fumatori che saranno seguiti per 6 mesi, valutati dopo 1 anno e poi monitorati a lungo termine, fino a 5 anni. Questa possibilita' di osservazione prolungata e costante rende unico il nostro studio a livello internazionale. Fino ad ora abbiamo osservato che il fatto di partecipare ad un programma di screening ha un impatto ancora lieve sulla disassuefazione: il tasso di sospensione del fumo e' dell'8% in 5 anni".
(Affaritaliani.it)