Con questa esortazione che dà il titolo alla mostra, Adragna vuole suggerire all’uomo di “imparare ad imparare dalla memoria degli errori della storia.
L’uomo di oggi non ha memoria storica e spesso torna a commettere gli stessi errori commessi in passato; se riuscisse a fare tesoro della memoria potrebbe evolversi verso un concetto di bene comune che eliminerebbe quelle sacche di povertà, dolore e ingiustizia che ancora flagellano il mondo”.
Quello che accomuna la fotografia di Raudino con la poesia di Adragna, è la ricerca della Verità attraverso l’osservazione della Natura quale unica testimonianza di autenticità assoluta su questa terra.
Alla domanda “La bellezza salverà il mondo?” li abbiamo sentiti rispondere “No! La bellezza è illusoria e ingannevole. Solo la Verità può farlo!” “La nostra verità è quella assoluta e non relativa” dice Adragna “La verità relativa di quel quadrato proiettato da una fonte di luce che illumina la faccia di un cubo non ci interessa; a noi interessa la Natura del cubo e la verità assoluta della luce”.
Le foto e i visi di Raudino rappresentano la Verità immortalando la Natura negli occhi di quegli uomini che ancora vivono in simbiosi con essa, continuando ad esserne parte integrante; ne scorgiamo la semplicità dei gesti che arriva fino alla “Natura delle cose”, la serenità e la semplicità della felicità del vivere. Anche nella poesia di Adragna leggiamo tra i versi la preponderante presenza della Natura che si rispecchia nel ritmo del giorno e della notte, della luce e del buio, riuscendo a sentire il battito del cuore del mondo e riuscendo, all’occhio dell’attento osservatore, ad entrare nelle immagini di Raudino fino a farle respirare. Ogni artista ha un messaggio che avverte l’esigenza di liberare. Raudino e Adragna vogliono ricordare all’uomo le proprie origini e da dove proviene e che, per mezzo di quella Libertà che sa riappropriarsi della Natura e del suo “essenziale”, è ancora capace di essere felice.